In vacanza in Toscana, una famiglia danese fa amicizia con una famiglia olandese. Mesi dopo, la coppia danese riceve dagli olandesi l'invito a far visita loro nella loro casa di campagna, decidendo di accettare la proposta e di passare lì il fine settimana. Tuttavia, non passa molto tempo prima che la gioia del ricongiungimento lasci il posto ai malintesi. La situazione sfugge pian piano di mano quando gli olandesi si rivelano molto diversi da ciò che hanno finto di essere. I danesi si ritroveranno così intrappolati in una casa in cui non avrebbero mai dovuto entrare.
Non fa paura per niente, le malcapitate vittime hanno comportamenti insensati e contraddittori (all'inizio vogliono andarsene per motivi abbastanza banali, poi accettano supinamente cose ben peggiori), manca qualsiasi filo logico.
Voto: 3/10
Una buona scrittura aumenta l'angoscia della situazione molto gradualmente e la psicologia dei personaggi rende credibile il comportamento dei malcapitati, sempre in bilico tra malinteso e paranoia. Il finale è agghiacciante, ma solo l'ultimissima inquadratura spiega tutto. Voto 7.
Macabro, lugubre, cinico, cattivo, ansiogeno.
Quando finisce hai una sensazione di malessere addosso, hai pensieri brutti.
Questo l'obiettivo del regista. Farti soffrire. immedesimarti ed avere paura.
Proprio una gran visione
Peccato che un utente qui dentro abbia deliberatamente spoilerato rovinandomi il finale, maledetto!
Stile nordico secco e affilato come sempre, che fuori di ogni metafora affronta il tema della debolezza umana di fronte alle forze di un destino cui sembra inutile ribellarsi. Non esaltante ma intrattiene. Raccomandato a chi apprezzi il cinema scandinavo.
La tela del ragno è un ordito che richiede pazienza artigianale ed uno schema ricorrente e questo thriller tripartito sembra ricapitolarne le fasi,alternando ai due buoni momenti iniziali un sottofinale di arrischiati simbolismi inferici che vanifica persino lo scioccante disegno globale. C'è del marcio in Danimarca...o in Nederlandia, fa l'istess!
Dalla Danimarca un raggelante noir con svolta finale inattesa e nichilista. L'assenza d'una giustificazione, d'un perché, alle azioni degli spietati assassini, rende ancor più inaccettabile la conclusione. ll nuovo Martyrs tira in causa la borghesia del nuovo millennio e il mai risolto conflitto dei vicini simili che si odiano (danesi e olandesi).
La famiglia danese composta da Bjørn (Morten Burian), sua moglie Louise (Sidsel Siem Koc) e la loro piccola figlia Agnes (Liva Forsberg), durante una breve vacanza in Toscana, fa la conoscenza di un'altra famiglia olandese: Patrick (Fedja van Huêt), la moglie Karin (Karina Smulders) e il loro piccolo Abel (Marius Damslev). Rientrati in Danimarca, Bjørn e… leggi tutto
Tu vuo’ fa’ ‘o Haneké, o: dell’estinto istinto di sopravvivenza. - Noi danesi siamo stati sommersi per metà dall’ultima glaciazione, quella del Würm, mentre voi nederlandesi ancora manco esistevate! - Ma che c’entra questo mo’? Perché ce lo state a di’? - Perché ce lo state lasciando fare!… leggi tutto
PRIME VIDEO
"- Perché ci avete fatto questo?
- Perché ce lo avete lasciato fare...".
Una spensierata vacanza estiva in Toscana permette ad una famiglia danese composta da due giovani genitori ed una bimba, di fare amicizia con un'altra di origine olandese, formata da una coppia affiatata e spiritosa ed un bimbo un po' taciturno ma assai educato.
Quado questi ultimi si… leggi tutto
Durante una vacanza in Toscana, una coppia di turisti danesi, con figlia al seguito, conosce una famiglia olandese. Più tardi, quest'ultima invita i nuovi amici a trascorrere qualche giorno a casa loro. Ben presto si capisce che la coppia ospitante nasconde qualcosa di estremamente inquietante. Se metti insieme - in una situazione in cui hai a disposizione tutti gli indizi per capire che…
Inspiegabile che questa ciofeca -scopiazzatissima, ho visto lo stesso scenario svariate volte, tanto che ho detto alla mia compagna: "Vedrai che nella scena finale ci saranno i due olandesi in Toscana con Agnes"- raggiunga la sufficienza. Abbiamo tutti i clichés degli horror di questo tipo sull'idiozia e i comportamenti contraddittori delle vittime: che prima vogliono fuggire in piena…
La cosa veramente incredibile è come io non riesca, probabilmente per la prima volta in vita mia, a formulare un giudizio netto e preciso sul film di Christian Tafdrup; a dire se Speak No Evil mi è realmente piaciuto o meno.
Una cosa, piuttosto, è certa: non mi era mai capitato prima d'ora che, da un punto di vista "orrorifico", il finale di un film…
Terzo film per un giovane regista danese, Christian Tafdrup, che si è già fatto notare con l'esordio, "Parents", che ha riscosso vari premi in patria e fuori. "Speak No Evil", a dispetto del titolo internazionale, è un prodotto totalmente nord europeo, olandese e danese, ed è lo stesso Tafdrup ad averlo sceneggiato. Film interessante, un thriller per buona parte della…
PRIME VIDEO
"- Perché ci avete fatto questo?
- Perché ce lo avete lasciato fare...".
Una spensierata vacanza estiva in Toscana permette ad una famiglia danese composta da due giovani genitori ed una bimba, di fare amicizia con un'altra di origine olandese, formata da una coppia affiatata e spiritosa ed un bimbo un po' taciturno ma assai educato.
Quado questi ultimi si…
Una famiglia danese, ospite a casa di una coppia di olandesi con uno strano figlio affetto da un disturbo della parola, vedrà trasformarsi il proprio soggiorno di svago in un incubo.
Speak No Evil è un film che riesce ad aumentare la tensione molto lentamente, di scena in scena, catturando lo spettatore nella stessa tela di ragno in cui finiscono gli sventurati…
TUTTO è SENZA SENSO
Premetto non sono amante degli horror ma se sono ben fatti ti lasciano senza fiato, qui invece il tutto ti lascia senza senso. La trama è questa: una coppia danese con la piccola Agnes, incontra una coppia olandese con il figlio muto Abel in una vacanza in tascana . Dopo un po di mesi, la coppia danese riceve un invito per passare un…
Un film veramente deprimente e veramente straniante, tuffato nel suo stile presuntuosamente pervasivo e nel matematico silenzio riempito solo dal roboante tappeto sonoro di Sune Kølster. Le ultime sequenze sono il clou di un dramma annunciato, irremovibilmente sfiancante nel ritmo (purtroppo non è Haneke né von Trier) ma capacissimo nel creare attese e malevole…
"Anche se in molti dei suoi aspetti questo mondo visibile sembra formato nell'amore, le sfere invisibili furono formate nella paura." (Herman Melville)
Una delle più attese rassegne estive, quest'anno offre una…
Tu vuo’ fa’ ‘o Haneké, o: dell’estinto istinto di sopravvivenza. - Noi danesi siamo stati sommersi per metà dall’ultima glaciazione, quella del Würm, mentre voi nederlandesi ancora manco esistevate! - Ma che c’entra questo mo’? Perché ce lo state a di’? - Perché ce lo state lasciando fare!…
L'imborghesimento e un’incrollabile ingenuità generano uomini invertebrati, cotti a puntino, pronti per essere agilmente manipolati e sopraffatti, incapaci di reggere il vortice dell’ignoto, in ginocchio al cospetto dell’impeto dell'irrazionale, alieni agli istinti primordiali, in fuga disperata verso l’abitudinarietà dei comodi binari prestabiliti. In un…
Macabro, lugubre, cinico, cattivo, ansiogeno. Quando finisce hai una sensazione di malessere addosso, hai pensieri brutti. Questo l'obiettivo del regista. Farti soffrire. immedesimarti ed avere paura. Proprio una gran visione. Attori al top. Musica perfetta,
la canzone sul finale fa venire i brividi.
Peccato che un utente qui dentro abbia deliberatamente spoilerato rovinandomi il finale,…
Dunque vediamo da dove iniziare per valutare questo abominio che mi è costato 90 minuti di vita...normalmente (da anni) non guardo più film "Horror" perché so che sono cose generalmente inguardabili, a meno che non si tratti di lavori di registi e con attori coi controcazzi ma poi regolarmente capita un film come questo, con un bel 7,5 come voto medio degli utenti (a dir la…
La famiglia danese composta da Bjørn (Morten Burian), sua moglie Louise (Sidsel Siem Koc) e la loro piccola figlia Agnes (Liva Forsberg), durante una breve vacanza in Toscana, fa la conoscenza di un'altra famiglia olandese: Patrick (Fedja van Huêt), la moglie Karin (Karina Smulders) e il loro piccolo Abel (Marius Damslev). Rientrati in Danimarca, Bjørn e…
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Commenti (11) vedi tutti
Per 65' non accade proprio nulla poi i successivi 25' sono alquanto "oscuri".voto.2.
commento di chribio1Angosciante 7
commento di Daniel7373paNon fa paura per niente, le malcapitate vittime hanno comportamenti insensati e contraddittori (all'inizio vogliono andarsene per motivi abbastanza banali, poi accettano supinamente cose ben peggiori), manca qualsiasi filo logico. Voto: 3/10
leggi la recensione completa di California Mountain SnakeUna buona scrittura aumenta l'angoscia della situazione molto gradualmente e la psicologia dei personaggi rende credibile il comportamento dei malcapitati, sempre in bilico tra malinteso e paranoia. Il finale è agghiacciante, ma solo l'ultimissima inquadratura spiega tutto. Voto 7.
commento di ezzo24Film sconclusionato e inverosimile. Voto 0
commento di Bladerunner76Macabro, lugubre, cinico, cattivo, ansiogeno. Quando finisce hai una sensazione di malessere addosso, hai pensieri brutti. Questo l'obiettivo del regista. Farti soffrire. immedesimarti ed avere paura. Proprio una gran visione Peccato che un utente qui dentro abbia deliberatamente spoilerato rovinandomi il finale, maledetto!
leggi la recensione completa di OttiperottiStile nordico secco e affilato come sempre, che fuori di ogni metafora affronta il tema della debolezza umana di fronte alle forze di un destino cui sembra inutile ribellarsi. Non esaltante ma intrattiene. Raccomandato a chi apprezzi il cinema scandinavo.
commento di marco lun tourbillon di avvenimenti deprimenti e sconclusionati voto zero
leggi la recensione completa di ilpuntoParteggiar per gli umani mostri.
leggi la recensione completa di mckLa tela del ragno è un ordito che richiede pazienza artigianale ed uno schema ricorrente e questo thriller tripartito sembra ricapitolarne le fasi,alternando ai due buoni momenti iniziali un sottofinale di arrischiati simbolismi inferici che vanifica persino lo scioccante disegno globale. C'è del marcio in Danimarca...o in Nederlandia, fa l'istess!
commento di maurizio73Dalla Danimarca un raggelante noir con svolta finale inattesa e nichilista. L'assenza d'una giustificazione, d'un perché, alle azioni degli spietati assassini, rende ancor più inaccettabile la conclusione. ll nuovo Martyrs tira in causa la borghesia del nuovo millennio e il mai risolto conflitto dei vicini simili che si odiano (danesi e olandesi).
leggi la recensione completa di undying